ABITARE

Collective exhibition 
Edera Muscat, Pep Boadas, Andrea Sirna.

IT: Come un artista Maltese che ama dipingere il quotidiano, ho assunto il ruolo di osservatore durante il mio tempo vivendo e lavorando nella ceramica a Faenza. Le differenze sociali e culturali e lo stile di vita facile che emanava dalla scena faentina locale mi hanno dato questo senso di amirazzione che volevo catturare artisticamente.

Per questa serie di dipinti ho deciso di ritrarre le persone che si fermavano dai loro giorni per leggere notizie di anniversari di morte e funerali su un cartellone appeso al muro di una vecchia chiesa vicino a un caffèteria. Questo curioso fenomeno è stato osservato per la prima volta da Pep Boadas, un ceramista Spagnolo che come me lavorava vicino a questa chiesa, ed è diventato un cliente abituale della caffetteria. Dopo che Pep ha scattato alcune foto, sono rimasta incuriosita da questi sconosciuti e ho sentito il bisogno di dipingerli.

Così come la gente del posto ha ricordato queli che hanno partito dal mondo dei vivi, facendo rivivere i loro ricordi, io ho voluto riportare in vita questi momenti passati, mettendo al centro la gente che riempiva le strade di Faenza.
Volevo attingere ai loro sentimenti attraverso le loro espressioni; quelli della curiosità, della nostalgia, della tristezza, dello shock e forse anche della paura.  Con queste opere usavo questi soggetti anche come mezzo per esprimere i miei sentimenti verso la mortalità, attraverso lo stile di pintura figurativa ed espressiva, catturando anche le loro aure attraverso l'uso del colore.

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ENG: As a Maltese artist who loves to paint the everyday, I took up the role of the observer strongly during my time living in Faenza. The societal and cultural differences and the general easiness that emmitted from the local Faentinan scene gave me a sense of calmness.

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For this series of paintings, I have decided to depict the people who stopped from their day to read news of death anniversaries and funerals on a bilboard attached to the wall of an old church close to a cafe. This curious phenomenon was first observed by the ceramist Pep Boadas, who like me worked close to this church, and became regular customers of the cofee shop. After Boadas snapped some photos, I became intrigued by these strangers and had the urge to paint them.

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Just as the local people remembered departured loved ones, or even strangers making their memories alive again, I had this need to bring these snapped moments back to life, putting the focus on those who were filling the streets of Faenza. I wanted to tap into their feelings through their expressions; those of curiosity, longing, shock and maybe even fear, depicting also their perceived aura through colour. With these works I was also using these subjects as a means to express my own feelings towards the notion of death and mortality through expressive figuration.